Recentemente le aziende vinicole di Germania, Austria e Canada, i tre maggiori produttori mondiali di Icewine, seguiti anche dalla Svizzera, si sono accordate per definire gli standard minimi di qualità per la produzione e l’etichettatura di tali vini.
La sperimentazione condotta da Donna Sommelier Europa, su progetto di Maria Luisa Alberico, è stata immediatamente inserita all’interno del disciplinare di produzione internazionale così da connotare il “San Sebastiano vino del ghiaccio” come prodotto in linea con i criteri assunti dai maggiori Paesi produttori.
L’accordo, entrato in vigore il 1 agosto 2005, prevede quanto segue:
- Le uve devono essere gelate sia al momento della vendemmia, sia al momento della pigiatura;
- Le uve utilizzate devono provenire tutte dalla stessa regione;
- Le uve non possono essere congelate artificialmente; Il livello zuccherino medio del succo deve derivare totalmente dallo zucchero naturale dell’uva.
- Vendemmia e pigiatura devono avvenire a temperature inferiori agli otto gradi centigradi;
- Non è permessa alcuna aggiunta di additivi al vino né all’uva;
- Il minimo contenuto naturale di alcool deve essere del 15% in alcol potenziale;
- Il minimo contenuto di alcool deve essere del 5% per volume;
- Il mosto ottenuto deve avere un Brix di 35° minimo;
- Il residuo di zucchero deve essere di almeno 125 grammi /lt.
In etichetta
La dicitura Eiswein è appannaggio della Germania e dell’Austria e della Svizzera. Icewine del Canada. Negli altri paesi Vin de glace in Alsazia, Ledeno vino in Slovenia, Ledove vino in Repubblica Ceca. In Italia occorre segnalare in controetichetta “Vino passito” .
Il “San Sebastiano vino del ghiaccio” di Chiomonte ha in controetichetta “vino passito ottenuto da uve vendemmiate come da disciplinare internazionale degli Eisweine”