Silenzio, Preghiera e…Gusto
Soggiorno nella bellezza all’Eremo dei Camaldoli di Napoli
di Maria Luisa Alberico Sommelier wines in art
Il convento e le suore dell’ordine di Santa Brigida
L’Eremo dei Camaldoli, che ospita attualmente le Suore di Santa Brigida, sorge sulla collina più alta di Napoli, 452 mt, e gode di una vista spettacolare sulla città, sul golfo e sulla PenisolaNella quiete dell’Eremo, le suore di Santa Brigida svolgono silenziosamente le loro attività, alternando preghiera ed accoglienza, vita contemplativa ed ospitalità per singoli e comunità con l’intento di mantenere il luogo quale centro culturale e spirituale per una ricerca personale di religiosità.
In questo autentico angolo di paradiso, recentemente restaurato, l’ordine del SS Salvatore di Santa Brigida è presente dal 1998, allorché, a causa del numero ormai ridotto e dell’età avanzata dei monaci Benedettini camaldolesi, .si rese necessaria la consegna in mano ad un altro Istituto religioso.Il complesso, nello stile tardo cinquecentesco napoletano, fu fondato nel 1585 circa da Giovanni D’Avalos, figlio di Alfonso di Aragona, sul sito di una precedente chiesa risalente al V secolo. Soppresso sia da Napoleone nel 1807 e successivamente dai Savoia nel 1866, dal 1885 torna ad essere gestito dai Benedettini camaldolesi cui per 400 anni era stato affidato, e che ospitava eremiti, monaci e novizi. Si compone, oltre che dall’imponente corpo centrale, di una serie di costruzioni separate, un tempo celle dei monaci, ciascuna con propria cisterna per l’acqua piovana infiltrata e cortiletto privato,
La chiesa in stile barocco contiene alcuni capolavori di artisti partenopei tra cui Luca Giordano e Massimo Stanzione; la sala capitolare, il refettorio ed altre parti comuni sono decorate con le bellissime ceramiche locali.
L’ordine del SS Salvatore di Santa Brigida fu fondato da Santa Brigida, approvato nel 1370 dal Papa Urbano V, venne riportato all’originaria spiritualità da Madre M.Elisabetta Hesselblad ai primi del Novecento. Si caratterizza per l’indole contemplativa e l’impegno ad operare per l’unità della Chiesa.
L’attuale Madre superiora della comunità è Suor Fabia, nell’immagine attorniata da consorelle e novizie.
Il vigneto
L’economia del luogo è semplice, basata principalmente su frutta e verdura coltivate o spontanee negli orti che affacciano sul golfo e che consentono la preparazione, curata e varia, di specialità della cucina partenopea.
Oltre agli orti, fanno bella mostra di sé filari di viti tipiche dell’area vesuviana che consentono la produzione del vino per il fabbisogno della comunità e che un tempo ricoprivano i versanti dell’intera area e rappresentavano la vera ricchezza locale.
Tra le uve a bacca bianca, spicca l’autentica regina di questo territorio, produttiva e robusta: la Falanghina dei Campi Flegrei, con i suoi bellissimi grappoli compatti e dorasti, vendemmiati ai primi di ottobre, in grado di produrre un vino fragrante con profumi di ginestra e pesca bianca, ottima nella versione spumantizzata ed apprezzabile accompagnamento di pasta e riso, frutti di mare e crostacei.
La Malvasia a piccoli acini dolcissimi si trova in alcuni filari coltivati a spalliera, come del resto l’intero vigneto, e arricchisce con la sua aromaticità, il sapore del vino ogni anno prodotto.
Il ruolo di primo piano per le uve rosse è riservato al Piedirosso (Per ‘e palummo nel dialetto locale) così detto per la caratteristica di evidenziare, nel periodo immediatamente la vendemmia, il graspo tinto di un bel colore rosso rubino che lo fanno assomigliare alle zampette del colombo o della pernice, un tempo “visitatori” delle vigne.
Il Piedirosso, tra le pochissime varietà nazionali ancora preservate dalla fillossera nell’area dei Campi Flegrei e coltivato esclusivamente in queste zone, presenta un grappolo piuttosto spargolo che matura a fine settembre e produce un vino di buona bevibilità, adatto alle preparazioni di primi, verdure e formaggi freschi locali, con profumi di mora e violetta, gusto piacevolmente equilibrato tra tannicità contenuta e spiccata mineralità.
Una delle varietà più rare presenti nella vigna dell’Eremo è la Coda di cavallo, così chiamato per la particolare conformazione del grappolo che consente agli acini di muoversi liberamente assumendo l’immagine di una coda; dà un vino di scarsa alcolicità che preferisce essere vinificato in assemblaggio con altre uve locali.
Custode di questi spazi agresti è Mario Totaro, rappresentante di ben tre generazioni di agricoltori, che con il figlio Enzo segue, con competenza e dedizione, le varie fasi di coltivazione delle verdure stagionali e del ciclo della vite.
Il vino da lui prodotto ad uso della comunità religiosa è vinificato con una percentuale ogni anno differente di tutte le uve presenti che hanno un ciclo di maturazione pressoché analogo.
Mario Totaro è particolarmente orgoglioso di una varietà da lui innestata, il Marsigliese, varietà a bacca rossa, sicuramente di provenienza francese, dagli acini piccoli e raccolti, che contribuisce, grazie al colore intenso, con il Piedirosso e con il Coda di Cavallo, all’assemblaggio ottimale finale.
L’ospitalità
Da oltre quindici anni la comunità religiosa delle suore di Santa Brigida ospita in estate i seminari istituiti dallo Studio Filosofico Domenicano e dalla Nuova Accademia di Bologna che ogni anno propongono, nelle più affascinanti sedi conventuali sparse nella Penisola, il ciclo di incontri “La filosofia nei luoghi del silenzio” , vere e proprie esperienze collegiali di riflessione su argomenti che spaziano dalla filosofia alla teologia, dalle arti espressive alla musica. E proprio quest’anno, presso l’Eremo dei Camaldoli, si è tenuto il corso “Cinema e Jazz: le grandi arti del XX secolo”curato da tre valenti docenti, ciascuno esperto in un particolare ambito disciplinare: Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, uno dei massimi esperti di restauro cinematografico a livello internazionale; il maestro Teo Ciavarella, musicista di eccellente maestria, insegnante di pianoforte e improvvisazione presso il Conservatorio di Ferrara e il musicista ed esperto di storia del jazz Checco Coniglio, fondatore con Pupi Avati di celebri Jazz Band, presenza immancabile nei principali eventi jazzistici internazionali.
I partecipanti hanno potuto così apprezzare, insieme all’assoluta bellezza del luogo e alle gustose preparazioni, la bravura musicale e la competenza cinematografica dei docenti nel corso dei concerti, delle lezioni e delle proiezioni che hanno evidenziato la rapida evoluzione delle due arti più significative del Novecento.
L’Eremo dei Camaldoli è accessibile tutto l’anno e la comunità religiosa è in grado di offrire soggiorni a gruppi e privati, riservando un trattamento di pensione completa di autentica qualità.
Eremo dei Camaldoli
Via dell’Eremo 87 – Napoli
081 5872519
Email: eremo.camaldoli@libero.it